Acidi grassi, microbiota e dieta
E’ ben noto che il consumo di diete ad alto contenuto di grassi saturi e trans(contenuti in margarine, brioche, snack dolci, salatini, patate fritte surgelate, burro, dadi da brodo, preparati per minestre, alimenti da fast-food) è ritenuto responsabile dell’aumentato rischio di sviluppare malattie cardiovascolari attraverso l’upregulation del colesterolo totale ed LDL. D’altra parte, gli acidi grassi mono e polinsaturi, di cui sono fonti l'olio d’oliva, il pesce azzurro, la frutta secca a guscio ad esempio, sono cruciali nell’alimentazione per la loro proprietà di diminuire il rischio di sviluppare patologie croniche.
Ma i grassi della dieta possono influenzare la composizione del microbiota, quella grande popolazione di batteri, virus, funghi e lieviti che ospitiamo nel nostro lume intestinale?
Diversi studi sull’uomo hanno suggerito che una dieta ad elevato contenuto di acidi grassi è in grado di indurre un aumento delle popolazioni microbiche intestinali anaerobie ed in particolare del numero di Bacteroides, ma anche di molte altre popolazioni.
Vediamo nel dettaglio: gli acidi grassi insaturi come quelli contenuti nell’olio d’oliva e nell’avocado, sarebbero in grado di incrementare le popolazioni di Streptococchi, Lattobacilli, Bifidobatteri e di un batterio, l’Akkermansia muciniphila, la cui presenza sarebbe correlata ad un miglioramento della insulino-resistenza, della sindrome metabolica ed alla diminuzione della gluconeogenesi. Più cospicua è la presenza dell’Akkermansia muciniphila nel nostro intestino, più efficacemente verrebbero mantenuti sotto controllo tutti quei processi che immettono in circolo citochine proinfiammatorie. Inoltre l’incremento di tutte queste popolazioni microbiche intestinali agirebbe negativamente sui Toll like receptors, recettori cellulari ubiquitari implicati nella risposta di tipo infiammatorio. Agirebbero anche sul tessuto adiposo bianco responsabile dello stato infiammatorio cronico di basso grado.
D’altro canto, il consumo di acidi grassi saturi come quelli a media catena contenuti nel burro di cocco e nel burro vaccino ad esempio, incrementerebbe componenti del microbiota quali Bacteroides, Bilophila, Faecalibacterium. I Bacteroides. In generale un aumentato consumo di acidi grassi saturi, mediante l’incremento di queste popolazioni di microrganismi, indurrebbe l’incremento dell’attività dei Toll like receptors, della attività infiammatoria del tessuto adiposo bianco e della insulino-resistenza.
Per valutare come cambia il microbiota in funzione della tipologia di acidi grassi della dieta, alcuni studiosi hanno somministrato ad una popolazione diversi tipi di dieta ed hanno notato che:
il consumo di una dieta a contenuto modesto di acidi grassi risultava in un contenuto fecale più elevato di Bifidobatteri, con contestuale diminuzione della glicemia a digiuno e del colesterolo totale.
una dieta ad ad elevato contenuto in grassi saturi come il laurico, acido grasso a catena media aumentava la proporzione relativa di Faecalibacterium Prausnitzii, una specie batterica che potrebbe rappresentare la chiave di volta per la terapia della malattia di Crohn, una patologia infiammatoria dell’intestino, perchè responsabile della secrezione di sostanze biochimiche che sono in grado di ridurre i processi infiammatori intestinali.
I grassi della dieta dunque condizionano la composizione qualitativa e quantitativa del nostro microbiota che ha parte attiva nei meccanismi deputati al controllo immunitario e biochimico-metabolico.