Dott.ssa Nicoletta Bocchino
Biologo e Nutrizionista
Iscritta all'Ordine Nazionale dei Biologi Sez. A n.043603
Lo spettro autoimmunitario e la dieta per autoimmunità
Il tasso crescente di autoimmunità negli ultimi decenni non può essere correlato esclusivamente ad instabilità genetica. La dieta può influenzare direttamente la nostra salute. Gli studi hanno dimostrato che vi è una relazione tra nutrienti e alterazioni del sistema immunitario. Tra le cellule immunitarie, il linfocita T ha un ruolo essenziale nel dirigere la risposta immunitaria. Le cellule CD4 + inducono altre cellule immunitarie a rispondere agli agenti patogeni mediante la secrezione delle citochine.
Sembra che il metabolismo delle cellule T sia un elemento critico per la loro differenziazione e le loro conseguenti funzioni.
Dopo l'attivazione, le cellule T devono subire un'espansione clonale, che è un processo che consuma molta energia. Gli studi scientifici hanno dimostrato che la privazione di specifici metaboliti o il loro eccesso influenzano la differenziazione delle sottoserie di cellule T CD4 +. L'induzione anomala di sottoinsiemi di cellule T CD4 + provoca anche alcune reazioni autoimmunitarie e ipersensibilità, che possono derivare da squilibrio dei nutrienti assunti con la dieta.
Sebbene le ragioni dei disturbi d'autoimmunità non siano ancora abbastanza chiare, la teoria più comunemente accettata è che i fattori genetici insieme a fattori ambientali compresa la dieta fra i più influenti, svolgano un ruolo critico. La dieta può influenzare i sintomi e migliorare la qualità della vita nei soggetti affetti da patologie autoimmunitarie che si manifestano a livello di tutti i distretti corporei.