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Il tempo


L'organismo non discerne se una dieta sia adeguata, congrua negli apporti. Si limita ad adattarsi ad essa, mediante meccanismi di variazioni relative delle componenti corporee e dei parametri funzionali. Nel tempo, questo adattamento esita in un nuovo equilibrio, spesso lontano dallo stato di salute. Per ripristinare lo steady state occorre intervenire con cambiamenti costanti che necessitano di tempo quantitativamente diverso per ciascuno di noi. Percepiamo il cambiamento soltanto nei termini del peso che è la manifestazione eclatante che stiamo lavorando bene o male su noi stessi. Ma il cambiamento non è semplicisticamente questo. Come possiamo pensare di ripristinare uno stato di benessere iniziale se lavoriamo in superficie? Quando un nutrizionista evince che la massa cellulare è depauperata, come può pensare di trattare un tessuto adiposo ignorando il resto? Quando prende atto di una patologia, come può pensare di tradurre puramente la perdita del peso in salute? Sarebbe come essere consapevoli di avere un danno di struttura portante su uno stabile e partire dalle riparazioni del tetto. Più rapido ed eclatante, ma non rivoluzionario. Il cambiamento, come l'adattamento richiede tempo. ed il tempo non è uguale per tutti. Ci vuole rispetto per il proprio tempo. Perciò non bisogna chiedersi e chiedere "Quanto tempo?" Perchè la risposta, per quanto banale sarà "il necessario".

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