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La melagrana, semplicemente un frutto?

Quando pensiamo al melograno, la prima parola che associamo al suo meraviglioso frutto è il termine antiossidante. Ed è giusto sia così, perché molti studi scientifici e tanta letteratura hanno focalizzato l’attenzione su questo straordinario effetto degli arilli. Oggi vorrei invece approfondire un altro aspetto di questa pianta, ossia il profilo lipidico dei suoi semi. Sappiamo bene che gli oli consumati hanno enormi effetti sulla fisiologia umana, incluso il metabolismo lipidico, lo sviluppo di malattie croniche e il benessere in generale. Nessun olio proveniente da un'unica fonte è adatto a tutti i fini, perchè gli oli di diverse fonti generalmente differiscono dalla loro composizione, pertanto l'interesse per nuove fonti di oli alimentari è sempre più crescente. I semi del melograno sono una buona fonte di oli di importanza nutrizionale, industriale e farmaceutica per via delle caratteristiche uniche , potenzialmente in grado di promuovere lo stato di salute. È considerato un agente promotore della salute grazie alle sue proprietà antiossidanti ed antitumorali.

La composizione degli acidi grassi di semi di melograno è stata ben descritta, mentre meno

si sa dei suoi composti minori come fenoli e lipidi polari. Inoltre, i grassi e gli oli naturali contengono, oltre ai gliceridi, un certo numero di composti lipofili. Tra i più interessanti ci sono i glicolipidi, i fosfolipidi, gli steroli, le vitamine liposolubili e i fenoli.

Studiare dunque le componenti minori di quest’olio può essere utile per potenziarne l’efficacia e l’utilizzo finalizzato alla nutrizione ed alla nutraceutica.

Ad esempio, i composti fenolici sono presenti in tutti gli oli vegetali come metaboliti secondari e sono importanti per il ruolo che svolgono nel mantenere la stabilità ossidativa degli acidi grassi polinsaturi degli oli stessi.

Ma vediamo qualcosa di più sulle caratteristiche dell’olio di semi di melograno, a partire dalla sua acidità che risulterebbe essere più forte di quella di altri oli commestibili, quindi andrebbe ulteriormente raffinato per renderlo adatto al consumo.

Il numero di perossidi dell’olio si semi di melograno è basso, indice del fatto che questo olio può essere conservato per periodi più lunghi rispetto ad altri oli, senza che si deteriori, fate conto che il numero di perossidi è inferiore a quello dell’olio di semi di lino e dell’olio di semi di girasole.

La quantità di pigmenti dipende dalla fase della maturazione del frutto, del processo di estrazione e delle condizioni di stoccaggio. Quindi, ad esempio, gli oli estratti da frutta più matura possono contenere più carotenoidi rispetto ai più acerbi contengono più clorofilla.

Il contenuto fenolico è il parametro principale per la valutazione della qualità ed è direttamente coinvolto nella prevenzione dell'ossidazione e nella conservazione dell'olio. L'olio di semi contiene generalmente polifenoli che impediscono la sua ossidazione e dipende da diversi fattori, come il grado di maturazione della cultivar, il clima, la produzione di olio e lo stoccaggio.

L'attività antiossidante dell’olio di semi di melograno è molto forte ed è attribuita ai composti fenolici, gli ellagitannini ad esempio. I composti fenolici sono stati trovati in tutti gli oli vegetali e sono molto importanti per la stabilità ossidativa degli acidi grassi polinsaturi di questi oli. Infatti, esiste una relazione lineare tra la quantità di fenoli e la stabilità ossidativa dell'olio extravergine di oliva ad esempio.

Altra componente importante sono gli steroli, in particolare il β-sitosterolo che costituisce la maggiore fonte di steroli. Studi clinici hanno dimostrato che l'assunzione diretta di fitosteroli come componente della dieta, o come integrazione, contribuirebbe a riduzione dei livelli di colesterolo e alla prevenzione di un gran numero di patologie degenerative e vengono aggiunti spesso ad altri alimenti per conferire loro funzionalità.

La frazione totale di acidi grassi saturi è rappresentata come circa il 35% dei lipidi totali. Tra le diverse componenti di questa frazione, l'acido palmitico sembra essere il principale acido grasso saturo, seguito da acido stearico . Altri acidi grassi saturi sono presenti in percentuale molto minore e/o non significativa.

Il contenuto medio di acidi grassi insaturi è significativo e si aggira intorno al 60%, di cui sono acidi grassi monoinsaturi i più rappresentati e poi in ordine decrescente diisaturi e triinsaturi. Il maggiore rappresentante dei monoinsaturi sarebbe l'acido oleico, seguito da acido vaccinico e acido palmitoleico. I trans sono presenti in traccia e il rapporto trans:cis di monoinsaturi è molto basso.

La frazione di acidi grassi polinsaturi rappresentava circa il 40% dei lipidi totali, infatti l’olio di semi di melograno è caratterizzato dalla presenza di diversi tipi di famiglie omega, gli omega 6 i principali, con predominanza dell'acido linoleico. Fondamentale l’acido punicinico o tricosanico(perchè si trova anche in una cucurbitacea dalla quale prende il nome), di cui l’olio di melograno è fonte principale(circa il 60% degli acidi grassi contenuti) al quale vengono attribuiti benefici nel periodo menopausale.

Sebbene ad oggi l’uso nutrizionale dell’olio di semi di melograno non sia ancora così diffuso

potrebbe rappresentare un’altra possibile fonte di acidi grassi complementare all’uso degli oli più tradizionali e noti.

In cosmesi in vece l’olio viene usato in preparazioni come creme ed oli, insieme ad altre componenti come oli essenziali ed oleoliti di altre piante, fra le quali, calendula e/o camomilla.

Biomed Res Int. 2017;2017:2037341.

Prostaglandins Other Lipid Mediat. 2017 Jul;131:9-16.

Altern Ther Health Med. 2017 Mar;23(2):28-34.

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